CINEMA AL QUADRATO. IL CINEMA CHE SI RACCONTA. III EDIZIONE

Da giovedì 24 ottobre 2013 a giovedì 09 gennaio 2014

Inizio 18:30 Fine 21:30 Via Santa Sofia 7 - Napoli (Napoli)

A cura di Francesco Napolitano e Armando Andria.

Cinema al quadrato. Il cinema che si racconta – la rassegna di documentari che raccontano il cinema attraverso gli autori e i movimenti che ne hanno fatto la storia, gli artefici degli snodi essenziali del suo sviluppo, i protagonisti dei mestieri e dei ruoli chiave della sua concreta realizzazione – conferma, in avvio della terza edizione, la sua impostazione originaria. Che si basa sull'ipotesi che i film che ritraggono autori o movimenti siano capaci di spingere all'approfondimento quanti, sebbene appassionati, ne abbiano una conoscenza superficiale, potendo quasi rappresentare l'equivalente di una retrospettiva, comprensiva anche degli inediti.
E tuttavia, all'interno di un discorso consolidato, inseriamo quest'anno qualche elemento innovativo che ci permette di assecondare un'articolazione più ampia e approfondita della ricerca. Accanto al tradizionale appuntamento settimanale del giovedì si introduce un incontro quindicinale, di martedì, in cui riservare l'intera attenzione a un solo focus: un approfondimento monografico, sempre legato, comunque, alla riflessione che il cinema produce su se stesso.
Il programma di questa terza edizione, lungo i sedici appuntamenti previsti, si articola così in tre percorsi
intrecciati.
La lingua degli affetti continua il viaggio cominciato lo scorso anno attraverso figure cardine del cinema, accomunate non necessariamente da un legame tematico o geografico, quanto dalla comune appartenenza alla patria degli affetti cinefili. È un rapporto quanto mai confidenziale ed emozionale quello che ci lega alle opere e agli artisti che hanno segnato la nostra vita di spettatori, allo stesso modo i documentari proposti
qui non nascondono una venatura sentimentale nella trattazione dei loro soggetti.
A cominciare da Buster Keaton, al centro dell'indagine minuziosa e affascinante, come già lo era
stata quella su Chaplin, intrapresa dal grande storico del cinema Kevin Brownlow; proseguendo con Godard e Truffaut, il cui rapporto è analizzato nel recente film di Antoine De Baeque, tra i massimi conoscitori del cinema della Nouvelle Vague e della cinéphilie; e ancora Roman Polanski che, nel documentario di Laurent Bouzereau, si abbandona al racconto di una vita, la sua, tormentata quanto quella di un personaggio di un suo film; con puntate anche nel mondo di cineasti forse non altrettanto conosciuti al grande pubblico, come Agnès Varda, protagonista di un originale autoritratto; e concludendo con un omaggio in due tappe a uno dei più autorevoli, longevi e prolifici registi contemporanei, il maestro portoghese Manoel de Oliveira: a lui sarà dedicata la proiezione di un film realizzato da un altro cineasta portoghese, Paulo Rocha, e inoltre, in una stra-ordinaria
escursione al mercoledì, la presentazione di un recente libro scritto su di lui da Bruno Roberti.
Dentro la cornice di C'era una volta in Italia si approfondisce lo sguardo sul cinema italiano – da sempre oggetto di amore/odio, di partigianerie acritiche o di strenui attacchi, intessuto di fragilità strutturali, così come di tratti di autentica genialità. Uno sguardo rivolto al passato, che non disdegna e anzi rivendica, come da titolo, un velo di malinconia verso una cinematografia la cui età dell'oro sembra allontanarsi.
Si parte da cineasti oggi forse ingiustamente calati nell'oblio, ma che hanno costituito l'ossatura di un sistema solido e prolifico, figure come Elio Petri e Pietro Germi, autori con caratteri e forza ben definiti; si passa attraverso quei generi peculiari, come la commedia (con il recentissimo film di Luca e Carlo Verdone dedicato ad uno dei suoi protagonisti assoluti, Alberto Sordi) e lo Spaghetti Western (con l'appassionato e nostalgico film di Gianfranco Pannone), che ne componevano il tessuto connettivo; ci si ritrova con Gianni Amelio sul set di "Novecento" dove il giovane filmaker alle prime armi racconta non solo o non tanto la lavorazione del capolavoro di Bernardo Bertolucci, quanto il suo cinema, la sua idea intorno al cinema; si conclude con il ritratto di un altro interprete emblema del cinema italiano del periodo aureo, vale a dire Marcello Mastroianni.
E anche l'approfondimento monografico del martedì è dedicato a due personaggi importanti del cinema italiano contemporaneo, di cui rappresentano forse il punto di maggior rottura con il passato, e che ben si connotano con una marca stilistica originale, venata al tempo stessa di autentica passione cinefila. Parliamo della coppia composta da Daniele Ciprì e Franco Maresco (peraltro «scoppiata» cinque anni fa), mine vaganti che sin dagli esordi televisivi del mitico Cinico tv hanno dimostrato di possedere e perseguire, nel deserto di omologazione del panorama audiovisivo italiano, un preciso progetto poetico ed estetico, lontano anni luce da qualsiasi altra cosa i nostri schermi abbiano precedentemente ospitato.
La loro Palermo irriconoscibile, collocata come in un qualche day-after e popolata esclusivamente di mostri (sub-)umani, ha una forza iconoclasta dirompente, che si prolunga naturalmente nel lungo Totò che visse due volte, non a caso abitato dagli stessi «interpreti» degli esordi televisivi. In seguito, nella loro produzione, prevarrà maggiormente lo sberleffo irriverente ("Il ritorno di Cagliostro"), la sensazione di una regia più divertita nel comporre l'apologia di figure a margine del sistema cinematografico ufficiale ("Come inguaiammo il cinema italiano", dedicato a Franco e Ciccio); senza tuttavia che questo vada a detrimento della continuità di un lavoro che demistifica allo stesso modo l'estetica del bello imperante nella società quanto l'ipocrisia di un establishment cinematografico che finge di non conoscere i mille "Enzo domani a Palermo" che stanno dietro alla produzione di un film.
Ciprì e Maresco, dunque, e come inguaiarono – 
o almeno ci provarono – il cinema italiano.

INGRESSO LIBERO

giovedì 24 ottobre 2013
ore 18.30
la lingua degli affetti
ALLA RICERCA DI BUSTER KEATON
(A Hard Act to Follow) di Kevin Brownlow, Gran Bretagna 1987, 80', v.o. sott. it. PARTE PRIMA
Come aveva fatto con Chaplin nel suo film precedente, Chaplin sconosciuto (da noi proposto lo scorso anno), Kevin Brownlow, tra i più autorevoli storici del cinema, prova a restituirci un ritratto autentico di Buster Keaton, ricomponendolo con filmati inediti e apparizioni televisive anch'esse molto rare; raccogliendo le testimonianze della moglie Eleanor e di Samuel Beckett, oltreché di attori e attrici che ebbero la fortuna di lavorare con lui; cogliendolo sul set della lavorazione di alcuni dei suoi film più importanti.
Sequenza da LUCI DELLA RIBALTA
(Limelight) di Charles Chaplin, Usa 1952, 8'
Si tratta del celeberrimo ed esilarante numero per piano (Buster Keaton, il pianista) e violino (Charles Chaplin).

martedì 29 ottobre 2013
ore 18.30
Ciprì e Maresco: come inguaiammo il cinema italiano
COME INGUAIAMMO IL CINEMA ITALIANO LA VERA STORIA DI FRANCO E CICCIO
di Daniele Ciprì e Franco Maresco, Italia 2004, 98'
Tra fiction e documentario, un viaggio nella carriera di Francesco Benenato e Francesco Ingrassia, meglio noti come Franco e Ciccio, dagli esordi in un teatro della periferia palermitana alla triste scomparsa, passando per le gag, gli spettacoli musicali e le macchiette portate in scena nel cinema e nella tv degli anni ‘70 e '80. Espressioni di una comicità popolare, legata a proiezioni di seconde e terze visioni, sono stati tra i comici di maggior successo della storia del cinema italiano, più ancora di Totò o di Sordi.

giovedì 31 ottobre 2013
ore 18.30
la lingua degli affetti
ALLA RICERCA DI BUSTER KEATON
(A Hard Act to Follow) di Kevin Brownlow, Gran Bretagna 1987, 80', v.o. sott. it. PARTE SECONDA
I VICINI
(Neighbours) di Buster Keaton e Eddie Cline, Usa 1920, 18'
Storia di un amore contrastato che mette a dura prova le qualità acrobatiche di Buster Keaton, qui in una delle sue prime regie, firmata insieme al fidato Eddie Cline. Il cortile è l'unico spazio di azione, sempre in trasformazione, per gag via via più audaci, dal ritmo serrato, con punte acute nel puro fantastico. La maturazione keatoniana è qui compiuta.

giovedì 7 novembre 2013
ore 18.30
c'era una volta in Italia
Nel periodo aureo del cinema italiano, accanto ai maestri universalmente riconosciuti e premiati (Fellini, Rossellini, Visconti, Pasolini, De Sica, Antonioni…), operò una moltitudine di cineasti di grandissimo valore, accomunati dal destino di essere stati trascurati, già ai loro tempi, subordinati ai loro colleghi più noti, al punto che oggi risultano pressoché dimenticati e sconosciuti al grande pubblico, soprattutto dei giovani. I film che presentiamo ricostruiscono con scrupolo e passione, avvalendosi di materiali inediti e testimonianze di prima mano, i profili umani e artistici di due di questi autori, Pietro Germi ed Elio Petri, restituendo loro la giusta e meritata collocazione nel panorama cinematografico.
PIETRO GERMI. IL BRAVO IL BELLO IL CATTIVO
di Claudio Bondì, Italia 2009, 60'
ELIO PETRI. APPUNTI SU UN AUTORE
di Federico Bacci, Nicola Guarneri e Stefano Leone, Italia 2005, 84'

martedì 12 novembre 2013
ore 18.30
Ciprì e Maresco: come inguaiammo il cinema italiano
ENZO, DOMANI A PALERMO
di Daniele Ciprì e Franco Maresco, Italia 1999, 68'
La vita dell'ambiguo Enzo Castagna raccontata alla maniera di Ciprì e Maresco. Da anonimo titolare di un'impresa di pompe funebri e organizzatore di feste di piazza, negli anni ‘60 Castagna fonda un'agenzia di comparse e di organizzazione cinematografica, divenendo in poco tempo un punto di riferimento indispensabile per chiunque voglia girare un film a Palermo, compresi Coppola, De Sica, Pasolini e Tornatore. Un'ascesa apparentemente inarrestabile, fino alla recente condanna agli arresti domiciliari con l'accusa di aver preso parte a una rapinaorganizzata dalla mafia all'ufficio postale centrale di Palermo…

giovedì 14 novembre 2013
ore 18.30
la lingua degli affetti
LES PLAGES D'AGNÈS
di Agnès Varda, Francia 2007, 110', v.o. sott. it.
Tra immagini dei suoi film, reportage e documenti d'epoca, Agnès Varda si mette in scena, ritornando sulle spiagge che hanno contrassegnato la sua vita, e racconta di sé, degli inizi come fotografa di teatro e poi degli esordi nel cinema pieno di fermenti degli anni ‘50, del marito Jacques Demy e della sua vita con lui, dell'impegno femminista. Un autoritratto sincero di donna libera e originale e di cineasta innovativa.
RÉPONSE DE FEMMES: NOTRE CORPS, NOTRE SEXE
di Agnès Varda, Francia 1975, 7', v.o. sott. ing.
Nel 1975, in pieno femminismo, Antenne 2 commissiona a sette registe francesi altrettanti film che in sette minuti rispondano alla domanda: Che cosa significa essere donna? Agnès Varda sceglie di girare il quesito a donne di tutte le età, che rivolgendosi direttamente alla camera parlano liberamente di sesso e desiderio, della maternità e del ruolo della donna nella società.

giovedì 21 novembre 2013
ore 18.30
c'era una volta in Italia
Roma caput mundi. La Roma evidente, che Alberto Sordi ha incarnato e messo alla berlina attraverso i mille personaggi interpretati in quasi sessanta anni di carriera. E la Roma sommersa e nascosta dei luoghi imprevedibili, villaggi e fattorie che ora non esistono nemmeno più, dove negli anni '60 e ‘70 lo Spaghetti Western ambientò la sua Frontiera. I due lavori dei fratelli Verdone e di Gianfranco Pannone, il primo dedicato a uno dei più grandi interpreti della commedia, il secondo a un sottogenere italianissimo tanto fortunato quanto effimero, visti insieme, compongono un paesaggio – geografico quanto umano – vario e inaspettatamente
completo della capitale italiana del cinema.
ALBERTO IL GRANDE
di Carlo e Luca Verdone, Italia 2013, 60'
L'AMERICA A ROMA. LA VERA STORIA DELLO SPAGHETTI WESTERN
di Gianfranco Pannone, Italia 1988, 80'

martedì 26 novembre 2013
ore 18.30
Ciprì e Maresco: come inguaiammo il cinema italiano
TOTÃ’ CHE VISSE DUE VOLTE
di Daniele Ciprì e Franco Maresco, Italia 1998, 92'
Tre episodi ambientati in una Palermo mostruosa e apocalittica, abitata da personaggi grotteschi e blasfemi, che condividono, per dirla con Ciprì e Maresco, il «sentimento di chi si sente abbandonato, di un'umanità affranta che sente la mancanza di Dio». Secondo lungometraggio per il cinema diretto dalla coppia di autori palermitani dopo "Lo zio di Brooklyn", è quello in cui la loro furia sovversiva raggiunge l'apice. Alla vigilia dell'uscita in sala il film fu dichiarato «vietato a tutti» dalla censura italiana in quanto offensivo per «la dignità del popolo siciliano, del mondo italiano e dell'umanità». Successivamente venne sbloccato in appello.

giovedì 28 novembre 2013
ore 18.30
la lingua degli affetti
ROMAN POLANSKI: A FILM MEMOIR
di Laurent Bouzereau, Gran Bretagna/Italia 2012, 90', v.o. sott. it
Una lunga intervista rilasciata dal regista di Rosemary's Baby all'amico Andrew Braunsberg, anche produttore di diversi suoi film, durante il periodo di arresti domiciliari per la nota vicenda giudiziaria. Un dialogo intimo e intenso, che a partire dall'infanzia nel ghetto di Cracovia attraversa le tappe principali della vita del grande regista e analizza come hanno determinato il suo cinema.
CINÉMA ÉROTIQUE
di Roman Polanski, Francia 2007, 4', v.o. sott. it. (episodio del film collettivo Chacun son cinéma)
SOGGHIGNO
(Usmiech zebiczny) di Roman Polanski, Polonia 1957, 2'
DUE UOMINI E UN ARMADIO
(Dwaj ludzie z szafa) di Roman Polanski, Polonia 1958, 15', v.o. sott. it.

giovedì 5 dicembre 2013
ore 18.30
c'era una volta in Italia
BERTOLUCCI SECONDO IL CINEMA
di Gianni Amelio, Italia 1975, 64'
Alle prime esperienze da filmaker, il giovane Gianni Amelio si reca sul set di Novecento per realizzare quello che allora si chiamava «speciale sul film» e che oggi sarebbe un making of. Ne scaturì sì un lavoro di documentazione sulla lavorazione della grande epopea delle lotte contadine in Italia da inizio secolo alla seconda guerra mondiale, ma anche un'appassionata e personalissima ricostruzione della figura e del pensiero, cinematografico e non, di Bernardo Bertolucci.
VIDEOCARTOLINA DALLA CINA
di Bernardo Bertolucci, Italia 1985, 7'
Sorta di sopralluogo filmato, realizzato da Bertolucci in vista della realizzazione de L'ultimo imperatore, tra Pechino e Shanghai, via Changchun e Guylin. La voce del commento è dello stesso Bertolucci.
AGONIA o IL FICO INFRUTTUOSO
di Bernardo Bertolucci, Italia 1969, 24' (episodio del film collettivo Amore e rabbia)
Un vescovo in punto di morte rivede la propria vita e si accorge di non aver mai prestato aiuto a nessuno. Bertolucci rivisita la parabola del fico sterile, in una singolare commistione di cinema, danza e teatro. Con la partecipazione del Living Theatre.

mercoledì 11 dicembre 2013
ore 18.30
evento speciale: Manoel de Oliveira
Presentazione del libro MANOEL DE OLIVEIRA. IL VISIBILE DELL'INVISIBILE
di Bruno Roberti, edito nel 2013 da Ente dello Spettacolo (collana Le Torri) Insieme all'autore interverranno Alberto Castellano, critico cinematografico, e il regista Lamberto Lambertini.
FILM DI MONTAGGIO di sequenze tratte dal cinema di Manoel de Oliveira

giovedì 12 dicembre 2013
ore 18.30
la lingua degli affetti
OLIVEIRA, L'ARCHITETTO
(Oliveira, o arquitecto) di Paulo Rocha, Francia/Portogallo 1993, 61', v.o. sott. it.
Realizzato per Cinéma, de notre temps, serie di documentari sul cinema della la tv francese, l'autore di questo biopic è Paulo Rocha, punto di riferimento del Cinema Novo, allievo di de Oliveira e a lui legato da molto più che un debito professionale. «Non volevo fare nulla di didattico, alla maniera di un ritratto illustrativo. Volevo un mazzo di fiori velenosi, un'esplosione di applausi per il vecchio maestro cannibale. Poi, una volta ammansito il vampiro, strappargli confidenze e ironie, in un deambulare lirico per le caverne della memoria».
SINGOLARITÀ DI UNA RAGAZZA BIONDA
(Singularidades de uma Rapariga Loura) di Manoel de Oliveira, Portogallo/Spagna/Francia, 64', v.o. sott. it.
Un antico detto vuole che ciò che non si rivelerebbe mai né alla propria moglie né al migliore amico può essere detto a un estraneo. È quanto fa il giovane Macário durante un viaggio in treno, rivolgendosi a una sconosciuta compagna di viaggio e rivelandole la sua triste storia. Tratta da una novella di Eça de Queiroz, scritta nella seconda metà del XIX secolo, trasposta da de Oliveira ai giorni nostri.

martedì 17 dicembre 2013
ore 18.30
Ciprì e Maresco: come inguaiammo il cinema italiano
CINICA TV 1992-2007
estratti dalla produzione televisiva di Daniele Ciprì e Franco Maresco
Agli inizi degli anni ‘90, mentre la televisione commerciale intensificava il suo bombardamento massificante, dal bianconero cupo e agghiacciante di una non identificata periferia palermitana, emersero le immagini assolute e spietate di Cinico tv: camera fissa a inquadrare un'umanità residuale, composta da freak variamente obesi, petomani, del tutto ineducati al vivere civile, in ogni modo rivoltanti; una voce fuoricampo impietosa a commentare e provocare le loro azioni. Nasceva lì un'estetica del brutto sfrontata e priva di compromessi che ha lasciato il segno. Quel lavoro Ciprì e Maresco hanno portato avanti in tutte le loro incursioni televisive successive, fino al più recente I migliori nani della nostra vita. 

giovedì 19 dicembre 2013
ore 18.30
la lingua degli affetti
DEUX DE LA VAGUE: GODARD/TRUFFAUT
di Antoine de Baecque e Emmanuel Laurent, Francia 2011, 92', v.o. sott. it.
Molte testimonianze raccolte nel corso degli anni (documentari, interviste, saggi, riviste, libri di memorie) ci hanno raccontato questi due grandi personaggi del cinema. Lo fa anche questo film che, alla ricostruzione rigorosa delle due figure e del loro cinema (Antoine de Baeque è uno dei massimi studiosi della Nouvelle Vague), aggiunge la partecipata rievocazione del senso profondo dell'amicizia tra i due registi, via via trasformatasi nel suo opposto: da una forma di dissenso, per così dire politico, ad un netto, mai ricomposto, duro conflitto.
LES MISTONS
di François Truffaut, Francia 1957, 18', v.o. sott. it.
L'infanzia del cinema di François Truffaut, l'infanzia al centro dei suoi esordi. Un gruppo di ragazzi prende di mira una coppia di innamorati.

martedì 7 gennaio 2014
ore 18.30
Ciprì e Maresco: come inguaiammo il cinema italiano
IL RITORNO DI CAGLIOSTRO
di Daniele Ciprì e Franco Maresco, Italia 2003, 100'
A tutti gli effetti un mockumentary, la storia ricostruita dei fratelli La Marca, sorta di Ed Wood palermitani, titolari di una ditta di artigianato sacro che nella Sicilia degli anni ‘40 mettono in piedi, col beneplacito dell'Arcivescovo di Palermo, la casa di produzione cinematografica Trinacria, che nelle loro intenzioni dovrebbe dare il via a una Hollywood siciliana. Il più divertito e «leggero» tra i lavori di Ciprì e Maresco, Il ritorno di Cagliostro è certamente anche un sentito omaggio a un cinema artigianale e sinceramente popolare che non esiste più.

giovedì 9 gennaio 2014
ore 18.30
c'era una volta in Italia
MARCELLO, UNA VITA DOLCE
di Mario Canale e Annarosa Morri, Italia 2006, 95'
Interviste raccolte in diversi momenti della vita di Marcello Mastroianni, sequenze dei suoi film, immagini dai set, le parole delle figlie Barbara e Chiara e di attori, registi e persone a lui vicine, uniti a brani di un vecchio documentario del 1964. Con la voce off di Sergio Castellitto a fare da collante all'abbondante materiale proposto, Canale e Morri, specialisti in biopic cinematografici, compongono un ritratto preciso e al contempo affettuosamente familiare del più antidivo dei divi italiani.
L'UOMO DEI CINQUE PALLONI
di Marco Ferreri [con Marcello Mastroianni], Italia 1965, 25' (episodio del film collettivo Oggi, domani,
dopodomani)
Oggi, domani, dopodomani rappresenta uno dei tanti «casi» produttivi del cinema italiano degli anni '60: giudicando invedibile L'uomo dei cinque palloni, lungometraggio girato da Marco Ferreri per la sua casa di produzione, Marco Ponti impose di ridurlo a meno di mezz'ora, affiancandogli poi altri due corti (firmati da Eduardo De Filippo e da Salce) per dare vita a un film a episodi. Nonostante le forbici scellerate, brillano il genio di Ferreri e il talento di Mastroianni in un'opera forzata che solo diversi anni dopo vedrà la luce nella sua versione integrale.