Dopo
avergli reso omaggio lo scorso anno proiettando la sua magnum opus, il
Decalogo (opera monumentale realizzata tra il 1984 e il 1989, composta
di dieci film da un'ora circa, ognuno ispirato a un comandamento),
quest'anno Cinema al quadrato si concentra sull'ultimo grande progetto
artistico di Krzysztof Kieslowski: ancora a suo modo un'opera «seriale»,
la cosiddetta Trilogia dei colori (Film blu, 1993; Film bianco, 1993;
Film rosso, 1994).
I colori che la compongono sono quelli della
bandiera francese e simbolizzano la libertà, l'uguaglianza e la
fratellanza, i principi laici che si sono affermati con la rivoluzione
borghese del 1789. Quale il senso di questi valori, che regolano i
rapporti di convivenza nella società, due secoli dopo e all'indomani dei
cambiamenti epocali avvenuti con il crollo del muro (e, all'epoca di
concepimento dei film, cioè agli inizi degli anni '90, ancora in corso),
si chiede Kieslowski; quale il loro rapporto con l'universo delle
emozioni che muove la vita interiore delle persone e ne determina la
posizione nel mondo; cosa consente di regolare il conflitto tra
individuo e collettività.
Ovviamente Kieslowski – anche per la
Trilogia affiancato in scrittura da Krzysztof Piesiewicz – pone domande,
non dà risposte, come in tutto il suo cinema («Credo di aver girato
film in forma di indagine e di domanda perché sono io a volere delle
risposte... »). Tuttavia emerge nei tre colori, come in tutta la sua
opera, un sentimento che è in grado di muovere, «che spinge verso
qualcosa, governa completamente il senso della nostra vita», e cioè
l'amore, nel senso più ampio del termine, quello che avvicina gli uomini
gli uni agli altri e ne spezza la solitudine. I protagonisti dei tre
film ritornano alla vita, riaprono il cuore, infrangono la barriera
invisibile che li separa dal mondo.
E anche qui, come nel Decalogo,
la narrazione e lo stile procedono sempre tra il realismo e la
riflessione metafisica, restituendoci in ogni caso, dei suoi personaggi,
i tratti più intensamente umani.
Agli inizi della carriera, da
studente presso la prestigiosa Scuola di cinema di Lodz ma anche dopo e
fino al suo esordio nel lungometraggio, avvenuto nel 1981 con Il caso
(alias Destino cieco), Kieslowski girò moltissimi film brevi, perlopiù
documentari (ne gira un ultimo anche nel 1988). Questi lavori, memori
della lezione di un grande cineasta polacco, suo professore peraltro
alla Scuola di cinema, Kazimierz Karabasz, costituiscono uno studio
attento e critico della realtà sociale e politica della Polonia di
quegli anni; evidenziano la volontà di uno sguardo «oggettivo» (macchina
da presa piazzata nel mezzo degli eventi, abolizione della voce
narrante, colonna sonora esclusivamente diegetica) per entrare senza
filtri nel cuore di ciò che si racconta.
La nostra selezione ne
presenta tre, La fabbrica, L'ospedale e La stazione, dedicati a tre
luoghi chiave della vita pubblica, realizzati nel decennio '70-'80. Ad
essi si aggiungono Il concerto dei desideri, cortometraggio di finzione
girato da Kieslowski nel 1967, quando era ancora allievo regista alla
Scuola di Lodz, e un corto firmato proprio da Karabasz, I musicanti, che
Kieslowski incluse nella lista dei suoi dieci film preferiti e a
proposito del quale ebbe a dire: «È raro che un cortometraggio esprima
tante cose, in una maniera così bella e semplice, sul bisogno di creare
proprio dell'essere umano».
Martedì 15 marzo ore 18
Tre colori – Film blu (Trois couleurs: Bleu)
di Krzysztof Kieslowski, Francia 1993, 99', v.o. sott.it.
con Juliette Binoche, Benoît Regent, Florence Pernel, Charlotte Véry, Emmanuelle Riva
Leone d'Oro alla Mostra di Venezia 1993 e Coppa Volpi per la migliore attrice a Juliette Binoche
Julie, sopravvissuta alla morte del marito, celebre compositore, e della figlia, riprende lentamente il contatto con il mondo.
Martedì 22 marzo ore 18
Tre colori – Film bianco (Trois couleurs: Blanc)
di Krzysztof Kieslowski, Francia 1993, 91', v.o. sott.it.
con Zbigniew Zamachowski, Julie Delpy, Janusz Gajos, Jerzy Stuhr
Orso d'Oro al Festival di Berlino 1994
Il divorzio voluto dalla moglie francese, Dominique, induce Karol a concentrarsi sulla vendetta.
Martedì 5 aprile ore 18
Tre colori – Film rosso (Trois couleurs: Rouge)
di Krzysztof Kieslowski, Francia 1994, 96', v.o. sott.it.
con Jean-Louis Trintignant, Irène Jacob, Frédérique Feder, Jean-Pierre Lorit
L'incontro di un vecchio giudice in pensione, cinico e disilluso, con
una giovane studentessa, esuberante e generosa, produce cambiamenti non
da poco.
Martedì 12 aprile ore 18
I musicanti (Muzycanci)
di Kazimierz Karabasz, Polonia 1957, 10'
Il concerto dei desideri (Koncert Zyczen)
di Krzysztof Kieslowski, Polonia 1967, 17'
La fabbrica (Fabryka)
di Krzysztof Kieslowski, Polonia 1970, 17'
L'ospedale (Spitzal)
di Krzysztof Kieslowski, Polonia 1976, 21'
La stazione (Dworzec)
di Krzysztof Kieslowski, Polonia 1980, 13'
A cura di Francesco Napolitano e Armando Andria,
grafica di Gaia Del Giudice
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KRZYSZTOF KIESLOWSKI: TRE COLORI e CINQUE FILM BREVI
