STORIA PERMANENTE DEL CINEMA

Da martedì 15 novembre 2011 a giovedì 12 aprile 2012

Inizio 15:00 Fine 21:00 Via dei Mille 60 - Napoli (Napoli)

Da novembre 2011 ad aprile 2012 si è svolta al Pan la rassegna Storia permanente del cinema a cui abbiamo dato il nostro contribuito, curandone la sezione Storie del cinema. 
 
PRIMA PARTE 
Storie del cinema. Cicli, percorsi, rarità 

Senza lambire i territori eccentrici dello sperimentalismo cinematografico puro, il percorso che qui si suggerisce tocca non di meno momenti e cineasti di grande originalità e di marcata attitudine alla sperimentazione: narrativa, linguistica, tematica,  rimanendo tuttavia dentro i confini di un cinema che vuole raggiungere il pubblico, parlare al cuore e alla mente dello spettatore. Ed è proprio l'incrocio di originalità, di curiosità per il nuovo, di ricerca di modi  personali di raccontare, che si è cercato di tracciare. Un piccolo - piccolissimo - itinerario, tra luoghi ed epoche differenti del cinema, alla ricerca di singolarità racchiuse nell'opera di alcuni Maestri del cinema, e lungo il quale si incontreranno personaggi celeberrimi e immortali (Charlot ancora muto di Tempi moderni e Monsieur Hulot di Mon Oncle,  lui pure privo di parola, e poi Antoine Doinel/Jean-Pierre Leaud e Apu dei cicli eponimi, e gli studenti/Granger, Dall e il professore/Stewart di Hitchcock, e ancora Paul/Brando e Jeanne/Schneider dell'ultimo tango), insieme con gli abitanti anonimi dei casermoni di Varsavia dei dieci piccoli film di Kieslowski, e i soldati giapponesi e americani del dittico di guerra eastwoodiano. 
 
Mon Oncle, di Jacques Tati/Francia/1958/120?, con Jacques Tati, Jean-Pierre Zola 
 
CICLO “ANTOINE DOINEL” 
Non progettato come ciclo, lo diviene nel corso di vent'anni: cinque film che seguono lo stesso personaggio, Antoine Doinel (interpretato dallo stesso attore, Jean-Pierre Leaud), dall'adolescenza all'età adulta. Opera straordinaria e irripetibile nella storia del cinema. 
Intessuto di tratti autobiografici, vi si disvela appieno il mondo poetico e sentimentale di Truffaut. L'essenza del suo cinema vi è contenuta tutta.  La sua idea della vita e del cinema (mai più stretto si è rivelato il legame tra l'una e l'altro), la militanza cinematografica, l'amore per i libri, la sensibilità acuta per il mondo dell'infanzia e per quello delle donne, i rapporti irrisolti con le donne. 
I 400 colpi (Les quatre-cents coups), di François Truffaut/Francia/1959/105?, con Jean-Pierre Leaud, Claire Maurier, Albert Rémy, Guy Decomble, Patrick Auffray 
Antoine e Colette (ep. di L'amour à vingt ans), di François Truffaut/Francia/1962/29?, con Jean Pierre-Leaud, Marie-France Pisier 
Baci rubati (Baisers voles), di François Truffaut/Francia/1968/90?, con Jean-Pierre Léaud, Delphine Seyrig, Claude Jade, Michel Lonsdale, Harry-Max 
Non drammatizziamo è solo questione di corna (Domicile Conjugal), di François Truffaut/Francia/1970/100?, con Jean-Pierre Léaud, Claude Jade, Mademoiselle Hiroko, Barbara Laage, Daniel Ceccaldi 
L'amore fugge (L'Amour en fuite), di François Truffaut/Francia/1979/90', con Jean-Pierre Leaud, Marie-France Pisier, Claude Jade, Juliene Dubois

IL  DECALOGO 
Dieci film da un'ora circa, ispirato ognuno ad un comandamento. Ambientati tra i palazzoni di un quartiere periferico di Varsavia durante il crepuscolo del socialismo reale, con una moltitudine di  personaggi che spesso si sfiorano da un episodio all'altro senza però che le loro vicende si tocchino, è una società intera che ne emerge. Ma lo sguardo di Kieslowski/Piesiewicz (coautore, quest'ultimo, della sceneggiatura) non cerca tanto la dimensione sociale o politica. Sembra piuttosto concentrato a scandagliare i movimenti intimi dell'agire umano, provando a coglierlo in quei momenti che offrono maggiori occasioni epifaniche, quelli cioè delle scelte difficili da affrontare, dei nodi morali da sciogliere. Uno sguardo che si astiene da ogni giudizio, intento solo a scoprire, a capire e a mostrare comprensione. 
Decalogo,1 (Dekalog, jeden), di Krzysztof Kieslowski/Polonia/1989/55?, con Henry Baranowski,Wojciech Klata,Maja Komorowska 
Decalogo, 2 (Dekalog, dwa), di Krzysztof Kieslowski/Polonia/1989/59?, con Olgjerd Lukaszewicz, Krystyna Janda, Alexander Bardini 
Decalogo, 3 (Dekalog, trzy), di Krzysztof Kieslowski/Polonia/1989/58?, con Daniel Olbrychski, Maria Pakulnis, Joanna Szczekowska. 
Decalogo,4 (Dekalog, cztery), di Krzysztof Kieslowski/Polonia/1989/58?, con Adrianna Biedrzynska,Janusz Gajos, Alexander Bardini 
Decalogo, 5 (Dekalog, pi?c), di Krzysztof Kieslowski/Polonia/1989/58?, con Miroslaw Baka, Krzysztof Globisz, Jan Tesarz 
Decalogo,6 (Dekalog, sze??), di Krzysztof Kieslowski/Polonia/1989/58?, con Grazyna Szapolowska, Olaf Lubaszenk, Stefania Iwinska
Decalogo, 7 (Dekalog, siedem), di Krzysztof Kieslowski/Polonia/1989/55?, con Anna Polony, Maja Barelkowska 
Decalogo, 8 (Dekalog, osiem), di Krzysztof Kieslowski/Polonia/1989/55?, con Maria Koscialkowska, Teresa Marczewaska  
Decalogo, 9 (Dekalog, dziewi??), di Krzysztof Kieslowski/Polonia/1989/59?, con Arthur Bacis, Ewa Blaszczyk, Piotr Machalica 
Decalogo, 10 (Dekalog,dziesi??), di Krzysztof Kieslowski/Polonia/1989/55?, con Jerzy Stuhr, Zbigniev Zamachovski, Henryk Bista 
 
Nodo alla gola (Rope), di Alfred Hitchcock/USA/1948/80?, con Farley Granger, John Dall, James Stewart
Lettere da Iwo Jima (Letters From Iwo Jima), di Clint Eastwood/Usa/2006/142?, con Ken Watanabe, Kazunari Ninomiya, Shido Nakamura 
Flags Of Our Fathers, di Clint Eastwood/Usa/2006/130?, con Ryan Phillippe, Jesse Bradford, Adam Beach 
Ultimo tango a Parigi, di Bernardo Bertolucci/Italia-Francia/1972/130?, con Marlon Brando, Maria Schneider, Jean-Pierre Leaud, Massimo Girotti 
Tempi moderni (Modern Times), di Charles S. Chaplin/Usa/1936/85?, on  Charles S. Chaplin, Paulette Goddard. 
 
LA TRILOGIA DI APU 
L'infanzia, l'adolescenza e la maturità di Apu e le vicende di una famiglia povera del Bengala, raccontate con sguardo pieno di calore umano, di bellezza e di intensa poeticità. 
I film che rivelarono il grande Maestro indiano. 
Il  lamento sul sentiero (Pather Panchali), di Satyajit Ray/India/1955/86?, con Karuna Bannerjee, Kuna Bannerjee, Subir Bannerjee 
L'invitto (Aparajito), di Satyajit Ray/India/1957/106?, con Karuna Bannerjee, Kuna Bannerjee, Pinaki Sengupta 
Il mondo di Apu (Apur Sansar), di Satyajit Ray/India/1959/102', con Soumitra Chatterjee, Shamila Tagore, Alok Chakravarty 
 
SECONDA PARTE 
Storie del cinema. Cicli, percorsi, rarità 
 
“La trilogia della vita” di Pier Paolo Pasolini 
Il progetto della “Trilogia della vita” nasce con l'intento di raccontare, ancora sì, un mondo popolare, plebeo, incolto, in cui però ogni istinto primario dell'umanità che lo abita ( la fame, i bisogni corporali, il sesso soprattutto) divenisse elemento centrale della rappresentazione e assumesse il segno di una vitalità naturale. E l'idea di ricorrere a Boccaccio, a Chaucer e al racconto mitico delle Mille e una notte quali fonti ispiratrici, risiede nella necessità per Pasolini di recidere ogni nesso visibile con il presente, che ha ucciso in lui ogni speranza di realizzare la propria utopia, il proprio sogno di una cosa. 
Il decameron (Pier Paolo Pasolini, Italia, Francia, 1971) 110' 
I racconti di Canterbury (Pier Paolo Pasolini, Italia, Francia, 1972) 122' 
Il fiore delle mille e una notte (Pier Paolo Pasolini, Italia, Francia, 1974) 130' 
 
“La trilogia sulla solitudine” di Rossellini/Bergman 
Con la sola eccezione di alcuni critici francesi dei “Cahiers du cinéma” che seppero coglierne gli elementi innovativi con i quali tutto il cinema, a loro giudizio, avrebbe dovuto fare i conti per diventare un cinema moderno, la maggioranza della critica dell'epoca accolse invece molto male questi tre film, ponendo Rossellini ai margini del cinema italiano, “colpevole” di aver abbandonato la retta via del contenutismo neorealista. 
Si tratta dei film che hanno rivelato nel modo più nitido quell'umanesimo rosselliniano, divenuto il tratto più significativo del suo cinema. Tre figure di donne, interpretate tutte da Ingrid Bergman, colte, ciascuna di esse, nel momento difficilissimo di dover affrontare una crisi crescente di solitudine esistenziale. 
Stromboli, terra di Dio (Roberto Rossellini, Italia, USA, 1950) 95' 
Europa '51 (Roberto Rossellini, Italia, 1952) 108' 
Viaggio in Italia (Roberto Rossellini, Italia, Francia,1953) 80' 
 
“La trilogia della strada” di Wim Wenders 
Il tema del viaggio è centrale nel cinema di Wenders, in tutto il suo cinema. Viaggio inteso come trasformazione, come ricerca d'identità, come movimento fine a se stesso, come fonte di emozione (motion/emotion, come lo stesso Wenders ebbe a sottolineare), come funzione narrativa, come 
quintessenza del cinema.. Ed è proprio nei film della cosiddetta trilogia della strada che esso si 
dispiega nelle sue declinazioni. 
Alice nelle città (Wim Wenders, RFT, 1973) 110' 
Falso movimento (Wim Wenders, RFT, 1974) 99' 
Nel corso del tempo (Wim Wenders, RFT, 1975) 175' 
 
Omaggio a Vittorio De Seta 
La scomparsa recente di Vittorio De Seta ci ha spinto ad anticipare un omaggio che gli si deve, 
perché è stato un maestro del documentario mondiale, o meglio, un maestro del cinema tout court. 
Solo dieci brevi film, girati negli anni '50, in attesa di una retrospettiva completa. 
Si tratta delle prime opere del maestro calabrese, quelle in cui l'afflato poetico avvolge lo sguardo 
antropologico rigoroso e lo dissimula, quelle che dipingono luoghi, scolpiscono volti, documentano 
mestieri. Immagini di luoghi, volti e mestieri di un'altra epoca, sì, capaci però di giungere al cuore 
degli uomini di ogni tempo. 
Isole di fuoco (Italia, 1954) 9' 
Lu tempu di li pisci spata (Italia, 1954) 10' 
Contadini del mare (Italia, 1955) 10' 
Parabola d'oro (Italia, 1955) 10' 
Pasqua in Sicilia (Italia, 1955) 8' 
Surfarara (Italia, 1955) 10' 
Pastori di Orgosolo (Italia, 1958) 10' 
Pescherecci (Italia, 1958) 10' 
Un giorno in Barbagia (Italia, 1958) 10' 
I dimenticati (Italia, 1959) 17' 
 
“1960, anno memorabile del cinema italiano” 
Un po' dovunque, tra la fine degli anni '50 e gli inizi dei '60, il cinema conobbe un momento di 
grande fervore, di rinnovamento, di splendore. In particolare, nel 1960, in Italia, videro la luce 
numerosissimi film di grande pregio ( Adua e le compagne, La ciociara, Tutti a casa, La lunga 
notte del '43, Era notte a Roma, solo per citarne qualcuno), tra cui quelli che qui si presentano. Che 
colgono con acutezza gli echi della tumultuosa e inaspettata trasformazione della società italiana di 
quell'epoca e le trasformazioni antropologiche degli uomini di allora, restituendocene sogni e 
desideri, insieme con i dubbi, le difficoltà e le angosce. 
La dolce vita (Federico Fellini, Italia, 1960) 174' 
Rocco e i suoi fratelli (Luchino Visconti, Italia, 1960) 170' 
L'avventura (Michelangelo Antonioni, Italia, Francia, 1960) 132' 
 
Trilogia dei colori di Kristof Kieslovski 
I colori sono quelli della bandiera francese che rappresentano la libertà (blu), l'uguaglianza (bianco) 
e la fraternità (rosso). Come accaduto in precedenza a Kieslovski per il Decalogo, anche qui c'è un 
pretesto ispiratore, di illustrare cioè, in questo caso, i valori fondativi delle democrazie moderne. 
Ma si tratta appunto di un pretesto, di uno spunto narrativo che permette a Kieslovski ( insieme di 
nuovo con Krzysztof Piesiewicz) di proseguire la sua indagine sul tema della responsabilità morale 
ancora con sguardo intriso di profonda umanità ma anche severamente lucido. 
Tre colori. Film blu (Kristof Kieslovski, Francia, 1993) 93' 
Tre colori. Film bianco (Kristof Kieslovski, Polonia, Francia, 1993) 93' 
Tre colori. Film rosso (Kristof Kieslovski, Polonia, Francia, Svizzera, 1993) 94' 
 
Tre grandi vecchi del cinema 
Con sguardo lucido sul presente, leggerezza di tocco e apparente semplicità, questi tre grandi vecchi 
del cinema hanno ancora tante essenziali cose da dirci. 
Un film parlato (Manoel De Oliveira, Portogallo, Francia, Italia, 2003) 96' 
Centochiodi (Ermanno Olmi, Italia, 2007) 92' 
Parole, parole, parole… (Alain Resnais, Francia, 1997) 120' 
 
L'esordio di 5 maestri francesi del cinema 
La conversa di Belfort (Robert Bresson, Francia, 1943) 90' 
Giorno di festa (Jacques Tati, Francia, 1947) 79' 
Ascensore per il patibolo (Louis Malle, Francia, 1957) 90' 
Il segno del leone (Eric Rohmer, Francia, 1959) 100' 
Fino all'ultimo respiro (Jean-Luc Godard, Francia, 1960) 90'